La luna è nuova da poco prima dell’alba di oggi
E alla fine settembre è arrivato, con una luna nuova nuova e un rientro da affrontare, volenti o no.
Sii gentile con questo mese, e con questa luna, e con te: resisti alla tentazione del “ricominciare”, dei progetti, delle ambizioni. Non assegnare a questo tempo troppi significati.
È un mese splendido, settembre, con le ultime tre settimane di estate, la parte più bella della stagione: prima di lasciarla andare, la festeggiamo con le cartoline che ci avete mandato (grazie!) dagli orti estivi e dai mercati contadini in giro per il mondo. È bello vedere somiglianze e differenze che corrono fra modi di coltivare la terra e modi di mangiare, lungo l’Italia, dalle montagne del Friuli all’aria di mare di Ventotene, e in Europa, dalla Svezia alla Bosnia, per poi proseguire ancora più a Est, fino alle risaie di Bali, passando per la Cina.
Grazie: grazie.
alcune foto sono state inserite come miniature: per vederle nelle dimensioni originali, leggi il numero da qui e clicca su ciascuna immagine per ingrandirla.
Lianwu
di Chiara Bartoletti
Le mie cartoline vengono dal mercato contadino di Dali, nello Yunnan, regione sud-occidentale della Cina. Una cittadina che ha visto un rapido sviluppo grazie al turismo (o meglio, all'overtourism). Sono tornata qui dopo una decina di anni, e sono rimasta frastornata dalle luci, dai rumori, dalla gente, dalla trasfigurazione di questa cittadina. Forse è la memoria a ingannarmi? L'unico luogo in cui sono riuscita a fare pace con Dali è il suo mercato contadino. Fuori dal wet market nel quartiere nord della città vecchia, c'è una zona in cui i contadini della zona possono vendere direttamente i loro prodotti, creando uno spazio di autenticità e di legame tra il centro della cittadina e la vita che scorre fuori di essa.
1. i 莲雾 lianwu (https://it.wikipedia.org/wiki/Syzygium_samarangense)
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2. 酸角 suanjiao (tamarindo)
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3. 滑菇 huagu (Pholiota microspora o nameko) - una delle tante tipologie di funghi che vengono raccolte dalle persone locali (soprattutto donne) come forma di sussistenza sia alimentare che economica, vendendoli ai ristoranti.
Un paradiso a Recanati
di Sara Colombo
Uno scorcio dal colle dell’infinito, a Recanati (Macerata).
Cornetti in arrampicata
di Maria Grazia Corrias
I cornetti in arrampicata nei nostri orti sospesi di Settimo Milanese (ho piantato senza volere una varietà inconsueta: quelli di Sant'Anna).
Markale
di Samantha Colombo
Il mercato di Trebinje
Vicino al confine col Montenegro c'è Trebinje, una cittadina incantevole. Nella sua piazza principale, Piazza della Libertà (chiamata anche Piazza Verde per gli alberi centenari che la ombreggiano) si svolge ogni giorno un mercato. Il momento migliore è il sabato, quando dai villaggi vicini arrivano bancarelle di miele, formaggi, lana, erbe officinali e tanti altri prodotti.
L'orto di Jaice
Nel cuore della Bosnia, a Jaice, sono stata ospite di Amir, un anziano signore che parlava solo tedesco. Questo è il suo orto, zeppo di verdure, frutti e fiori di ogni tipo. Ogni volta che passavi davanti al pruno, potevi allungare la mano e fare merenda.
Markale di Sarajevo
Una parentesi storica: nel 1994, in pieno assedio, il mercato cittadino di Sarajevo ("markale", per l'appunto) è stato colpito dai bombardamenti in due occasioni, con numerose vittime. Oggi tutto è tornato alla normalità, fatta eccezione per quel buco, dove è ancora conficcato uno dei colpi mortali, segnato in rosso dalle Rose di Sarajevo, quelle opere che, sparse in tutta la città, rendono indelebile la memoria del conflitto.
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Bonus: il melograno bosniaco
Nulla da aggiungere, l'ho fotografato all'Eco Center Novi Val di Blagaj.
Il suo viaggio in Bosnia ed Erzegovina Samantha Colombo l’ha raccontato su Vanity Fair.
L’orto di Montù
di Livia Del Pino
E questo è l’orto di Mauro, a Figale, frazione di Montù Beccaria (Pavia), con le sue zucchine, pomodori, melanzane e cetrioli.
Ciao Braccia Rubate!
Orto creattivo
di Stefania De Cristofaro
Ecco la mia cartolina dall’orto estivo: è un orto urbano (a Pisa) di cui mi occupo per "finalità speciali": laboratori creativi tra arte e ortoterapia :)
Per saperne di più, qui il progetto:
orto creattivo (vitacreattiva.it)
I’m glad you found something you like
di Eleonora Ciampi
Sono felice che tu abbia trovato qualcosa che ti piace: lo dice Angelica, la mia wwoof host svedese a suo figlio Gabriel che ha 11 anni e ci sta spiegando, in un inglese impeccabile imparato su YouTube (a suo dire), che giocare a golf con il nonno lo entusiasmava.
Orizzonti che non mi appartengono (il golf, i bambini, YouTube) e nemmeno rispecchiano quelli in cui ci troviamo mentre avviene questo dialogo: nei lunghi orti di Angelica pieni di verdure al confine con la foresta della costa ovest svedese, un po’ sopra Göteborg e giusto vicino a un lago apparentemente senza nome, durante una pausa (in Svezia la chiamano Fika) dal lavoro nei campi. Eppure, quella frase risuona in me immediatamente, anzi attecchisce, come un semino sistemato meticolosamente nella sua porzione di terreno.
La segno su una nota del telefono poco dopo e la rileggo quando sono a casa. Ora quella nota è una lunga lista di citazioni e impressioni che mi hanno colpito durante le mie lunghissime due settimane di wwoofing.
Finalmente, ho trovato qualcosa che mi piace, qualcosa che mi permette di riconoscermi in un antico senso di appartenenza che parte da mio nonno che coltiva i cuore di bue per farci la passata e arriva ad Angelica, che mi spiega come ha costruito il biolago che funge da serbatoio per l’acqua piovana per annaffiare i campi in maniera certo faticosa, ma davvero intelligente.
I giorni passano lentissimi alla farm di Angelica e ancora più alla casa dei woofer, quella gigante casa in stile svedese su tre piani che mi ospita: sopra ci sono Gert e Akasha, una coppia di antichi hippies (e da quel che capisco, ancora praticanti) che posseggono tutto: campi, prati, dimora; al piano intermedio gli spazi comuni: una cucina dove passerò tantissimo tempo a cucinare coi miei amici di avventura, un salotto con una tv ampia, dove ogni sera vedremo almeno due puntate di the Office prima di crollare di sonno, e una saletta per lo yoga; al piano di sotto, le nostre stanze: semplici e luminose con un paio di ragni a ogni angolo, di quelli sottili e innocui, che se ne stanno fermi notte e giorno a vegliare sui ritmi della casa.
Il lavoro inizia alle 8 e termina, secondo gli accordi, all’1 “with a little flex” mi dicono subito i compagni di wwoofing: infatti, quasi mai finiamo all’1, spesso alle 2, un giorno alle 4 e 30. Ma non mi pesa mai lavorare in quegli orti. Capisco subito che l’impresa agricola di Angelica è una CSA e in quanto tale ha delle esigenze specifiche: nella mia mente il confronto va subito alla mia precedente esperienza di wwoofing inventato di un’estate fa (lo chiamo così perché non mi sono iscritta da nessuna parte ma ho solo mandato un messaggio su Instagram: ciao, posso venire ad aiutarvi nei campi una settimana?) in Val Varaita, a un’ora e mezza da casa, da CRESCO, una delle poche CSA in Piemonte. Ovvero Comunità di Supporto all’Agricoltura: ci sono persone che pagano una quota fissa per ricevere in cambio cassette di frutta e verdura biologica. Un’idea per fare comunità, approvvigionare la città di cibo sano ed equo e supportare, appunto, le imprese agricole che in cambio si fanno la sbatta di gestire con giudizio i terreni, curandone letteralmente il suolo e riabilitando alla vita alcuni di quei campi che siamo abituati a vedere invasi dalle monoculture di mais per il foraggio, delle campagne piemontesi.
In Svezia la CSA è ispirata agli stessi principi, ma qui tutto sembra più selvatico: la foresta con i suoi alberi alti, dove puoi vedere sbucare un piccolo di cervo, è davvero a due passi e mentre strappi a ritmo serrato le erbacce dalle piantine di carote, può capitare di fermarti un secondo e sentire lo strido di un’aquila sopra la testa.
Beh, insomma, di lavoro ce n’è molto e si inizia presto e in autonomia leggendo le task da completare (aggiornate settimanalmente) alla lavagna nella packing room: Angelica ci tiene a lasciarci scegliere cosa preferiamo e fare io, ad esempio, adoro strappare le erbacce e trapiantare i piantini per la prossima stagione. Però mi troverò spesso anche a curare le piante mangiucchiate dalle larve di cavolaia (esattamente come nell’orto di mio nonno).
Poi, quando Angelica arriva, intorno alle 9/9:30, porta con sé un carico di ordini sapientemente suddivisi in file excel che tradiscono la sua formazione scientifica (che mi rivela un giorno durante uno spostamento in auto): il file è ordinatissimo e ci permette di capire quanta raccolta è necessario fare per ciascun ortaggio. Quindi inizia la magia: ognuno si offre per la raccolta di qualcosa di diverso e, cassetta alla mano, ci dividiamo tra i campi per l’insalata, i cavoli, le cipolle, le mele, le patate e le costine e le Green Houses per i pomodori, i cetrioli, i peperoni e le zucchine. Le melanzane qui non riescono a crescere: un piccolo ragno soffoca tutte le foglie e i fiori rinsecchiscono, una mattina ho avuto l’ingrato compito di sterminarle tutte.
Di fianco a questi campi c’è anche un piccolo negozietto di vendita diretta che cita a caratteri essenziali bianco su legno: GÅRDSBUTIK. Butik perché è il termine svedese che sta per “negozio”, ma anche perché è un piccolo atelier di preziosità.
I pomodori ciliegino che crescono copiosi a grappoli, paiono luccicanti collier per signore eleganti e ogni ortaggio viene curato e smerigliato a dovere prima di essere ritenuto adatto alla vendita.
Al mercato di Candiolo (il paesino a 15 km da Torino dove vivo e faccio l’orto col mio babbo) mi sono abituata così: più è sporco di terra, più è grezzo, più è bio e più lo voglio. Qui invece pare il contrario: i clienti si lamentano se le mele sono imperfette e pretendono le carote delle stesse dimensioni suddivise in mazzi precisi da 500gr.
Insomma, il resto della mattina passa così: a pesare ortaggi, impacchettare gli ordini e riporli nella sala refrigerata da cui verranno prelevati nel pomeriggio e distribuiti ai clienti.
Dalle verdure svedesi ho capito che non è più vero che al nord mangiano solo radici e ciò che cresce sotto terra: vengono bene anche le insalate, i pomodori e le curcubitacee, perché ormai il sole picchia anche qui, le temperature sono stabilizzate tra i 20 e i 25 gradi e le piogge sono intermittenti e non eccessive.
Ho imparato anche che estrarre le carote cercando di intuire dal ciuffo quale sia la migliore è una delle soddisfazioni della vita.
O meglio, qualcosa che mi piace. Che non è molto, ma è tutto quello che conta.
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Wwoof (World Wide Opportunities on Organics Farm) è un’associazione che esiste in quasi tutti i paesi del mondo e ti permette di viaggiare per farm e fare volontariato agricolo in cambio di vitto e alloggio. Io sono stata da sempre innamorata della Scandinavia e l’ho visitata in 4 occasioni diverse prima di quest’estate, ma il wwoofing mi ha permesso di vivere cultura, luoghi e saperi agricoli insieme in modo diverso, immersivo e giusto.
Orti friulani
di Barbara Perinelli
Vi scrivo da Claut dove sono vacanza. Qui trovo spesso piccoli, piccolissimi orti che mi riempiono di allegria. Grazie per la bellissima newsletter che leggo sempre con piacere appuntando i consigli di lettura.
Vivo a Roma, non ho un orto ma un piccolo balcone sempre in ombra, chissà che un giorno non possa prendermi cura di un piccolo magico fazzoletto di terra.
Claut (PN)
Rifugio Casera Ditta, Erto e Casso (PN)
Isole vicine
Ventotene • Maria Claudia Ferrari Bellisario
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Procida • Ferdinando Cotugno
E un’isola dall’altro lato del mondo: Bali
di Erika Faustinella
Mercato locale di Bedugul, Bali. Importante per la varietà di frutta fresca e prodotti tipici.
Terrazze di riso di Tegalalang, con il sistema d’irrigazione a terrazza “subak”, dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco
Risaie del tempio Yeh Pulu
Un orto in prestito
di Angela Cappella
Vi invio due scatti dal mio orto (in prestito) e in terrazza: sono quelli dei pomodori e delle piantine di melone in fiore, chissà se ne vedrò mai i frutti, la terza è di una bellissima cesta di ortaggi ammirata in un mercatino in Alto Adige.
La vostra newsletter è piacevolissima da leggere, vedere, conservare, trascrivere.
Buon orto a tutt*
E con il saluto di Angela chiudiamo anche noi: buon orto, e ancora buona coda dell’estate, buona luna nuova, buon rientro gentile.
Braccia Rubate torna con la luna piena del 18 settembre, con Sentieri di Maria Claudia.
Se hai voglia di mandarci le tue cartoline, di raccontarci il tuo settembre, la fine dell’estate e l’attesa dell’autunno, scrivi a bracciarubatenewsletter@gmail.com.
Nelle prossime notti, la prima falce di luna sembrerà così vicina a Venere da toccarlo quasi. Non serve un telescopio, si vedono anche a occhio nudo, poco dopo il tramonto: li troverai.
È un appuntamento segreto, sì.
Barbara